Carrara 90, D'Addetta squalificato 3 mesi: "Decisione scellerata" - I AM CALCIO TORINO


Carrara 90, D'Addetta squalificato 3 mesi: "Decisione scellerata"

Michele D'Addetta, Carrara 90
Michele D'Addetta, Carrara 90
TorinoPromozione Girone D

Sul comunicato del 10 ottobre si apprendono due squalifiche molto pesanti inflitte a Michele d'Addetta del Carrara 90 e Fabio Rosso del San Mauro, avversari nell'ultimo weekend di gara. "Per condotta violenta consistente nell'essere coinvolto in una rissa partecipando attivamente", così recita il comunicato, il giudice sportivo ha deciso di punire i due ragazzi con 3 mesi di squalifica, fino al 4 gennaio 2019. Una decisione che ha sorpreso e indignato i diretti interessati, in particolare il difensore del Carrara 90 D'Addetta che ha voluto inoltrarci una lettera, espressione della sua rabbia e frustrazione per questa sentenza giudicata ingiusta. 

"Tengo in modo particolare a rilasciare un commento su quanto accaduto nella giornata di ieri, giornata nel quale è stato rilasciato il solito comunicato da parte della LND contenente, con mio immenso stupore e rammarico, la mia squalifica fino al giorno 04/01/19. La decisione sarebbe stata presa dagli organi competenti in seguito a miei presunti atti di violenza, non meglio indicati, nei confronti di ignoti, durante una presunta rissa avvenuta al termine della partita di Promozione D, Carrara 90- San Mauro.

Il comunicato in sé, a mio modestissimo parere, si commenta da solo e ha del ridicolo, in quanto questa presunta "rissa", se così si può definire, non è mai avvenuta o, più precisamente, è stata costituita da battibecchi molto accesi tra la totalità delle due compagini, condita con urla ed imprecazioni verbali, in completa assenza di atti di violenza fisica da parte mia o da parte di chiunque altro: insomma, il classico parapiglia generale figlio di una partita maschia determinata da qualche errore arbitrale di troppo durante gli ultimi minuti della partita e da qualche atteggiamento antisportivo di taluno individuo implicato nella gara; cose viste e riviste nel calcio dilettantistico e professionistico, che esattamente come nascono vanno a morire senza alcun danno. Nello stesso comunicato sono presenti la squalifica di 2 giornate riservate all'allenatore del San Mauro calcio, per l'appunto protagonista dei suddetti comportamenti antisportivi, e varie squalifiche di 4 giornate relative ad altre partite, nelle quali sono espressi in modo dettagliato reali atti di violenza e minacce nei confronti di giocatori avversari e direttori di gara.

A questo punto la domanda sorge spontanea: Dov'è la coerenza in tutto ciò? Quale o quali criteri vengono utilizzati nella decisione di somministrare più o meno giornate di squalifica ad un giocatore a seconda della gravità degli atti commessi? Quanto peso ha il referto di un direttore di gara e quanto può essere soggetto a soggettività da parte del medesimo, dato che sono state concesse "solamente" 4 giornate di squalifica per minacce allo stesso redattore del referto? Leggo di persone che colpiscono volontariamente altre persone e, guardando qualche piano più in alto, un certo Douglas Costa che sputa in faccia ad un avversario, ai quali vengono assegnate poche giornate di squalifica e metto a confronto il mio caso e quello del mio collega, Rosso Fabio, colpevoli solamente di essere stati un po nervosi a fine partita e di aver detto qualche parola di troppo; percepisco una disomogeneità incredibile sia nelle intenzioni che nelle punizioni e non riesco a trovare pace.

Ora la mia società muoverà un ricorso nei confronti della scellerata decisione di allontanare dai campi di calcio un giocatore calcisticamente incensurato, mai protagonista di atteggiamento di violenza sia sul campo sia fuori dallo stesso. Il messaggio è semplicemente volto a sensibilizzare gli organi competenti nella revisione e nel riadattamento della mia punizione, così come quella di Rosso Fabio, accusati ingiustamente di comportamenti mai commessi né concepiti, ed a "smacchiare" la mia sempre positiva reputazione di calciatore e di persona. Spero che tutto ciò arrivi a chi deve arrivare e che giustizia sia fatta, in modo da poter onorare il nostro impegno nello sport che amiamo e per il quale sputiamo sangue, ma solamente in senso puramente figurato". 

La Redazione

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